18 marzo 2022, ore 0.45 FOLLIA
Sono un po’ tutte uguali queste giornate di guerra per noi che, per ora, le viviamo da spettatori, senza capire perché.
Non è cambiato molto da ieri. I soldati Russi bombardano, gli Ucraini si difendono e finora resistono.
Eroicamente. Questo dicono le nostre TV.
Ma oggi qualcosa è cambiato.
In questa folle vicenda si è inserito il signor Paramonov, direttore del dipartimento europeo del Ministero degli Esteri Russo.
Se l’è presa con il nostro ministro della Difesa, definendolo uno dei falchi nella campagna mediatica anti russa e minacciando l’Italia di conseguenze irreversibili nel caso di ulteriori sanzioni.
22 marzo 202 2, ore 23.18 INTERDIPENDENTI
Non è del tutto vero che queste giornate di guerra siano tutte uguali. In parte, sì. Ma oggi Zelensky ha parlato al Parlamento italiano. Ovviamente in streaming. Questo, di un capo del governo di un Paese in guerra che parla al parlamento degli altri paesi del mondo è decisamente un fatto nuovo. Almeno per noi italiani lo è in assoluto. Perché, per noi italiani, questa guerra comincia a farsi sentire in modo abbastanza diverso dalle altre che dalla fine della seconda guerra mondiale si sono succedute sul globo. Quattro giorni fa avevo scritto che la vivevamo da spettatori. Già da oggi non sono più d’accordo con questa mia affermazione. Questa guerra conferma invece, se non lo avessimo ancora capito bene, che su questo pianeta siamo decisamente interdipendenti.
Non solo le frasi di un alto funzionario russo che minaccia il nostro paese di conseguenze irreversibili fanno pensare che pur non avendo dichiarato guerra a nessuno siamo coinvolti in pieno, ma l’intervento del presidente ukraino a Montecitorio, pur nella sua virtualità, rende totalmente concreto questo coinvolgimento. Le bollette di gas, luce e acqua sono state il primo campanello d’allarme, ma non c’è solo questo.
Non posso dimenticare che il prezzo della benzina stava prendendo un abbrivio preoccupante e solo un deciso intervento del governo lo ha un po’ abbassato riportandolo a un prezzo ragionevole. Ma già anche altri beni di consumo avevano subito rincari consistenti. E la replica del nostro premier ha dato piena conferma a questa sensazione di coinvolgimento: le cifre citate a proposito dei profughi, la disponibilità ad accoglierli, la rapidità necessaria nell’intervenire economicamente e anche per incrementare i mezzi di difesa, fanno pensare che sulle nostre città nessun aereo ha lasciato cadere missili o bombe a grappolo, ma questa operazione militare speciale ci riguarda.
Speriamo da lontano.
Sono passati 27 giorni dall’inizio, ma ancora non si capisce perché.
Caro Vincenzo,
più di ogni altra cosa ieri mi ha colpito il fatto che, contrariamente alle aspettative, il discorso di Draghi è stato più duro di quello di Zelensky. Ciò mi ha fatto piacere, perché questa volta l’Italia si dimostra coerente e non si sta rifugiando nelle ambiguità e nelle forzate equidistanze come avvenuto in molte altre occasioni.