A chi non l’avesse annotato sull’agenda, ricordo che il 14 dicembre è previsto il voto di fiducia o – è sperabile – di sfiducia al governo con la fine di una maggioranza vergognosa. Nel frattempo, non riuscendo ad appassionarmi alle rivelazioni di Wikileax, in particolare ai richiami sui comportamenti boccacceschi del Presidente del Consiglio, preferisco dedicarmi a formulare qualche riflessione, stimolato soprattutto da una preoccupazione, quella di non essere colti impreparati nel momento in cui – forse – qualcosa può davvero cambiare. La manifestazione di sabato a Roma ha per me un significato solo: l’Italia si aspetta molto da noi, non deludiamo questo popolo!
Non possiamo permetterci di sbagliare
Sto in pensiero perché, pur avendo capito che al Presidente Napolitano una nuova “maggioranza” consiglierà di aprire la strada a un governo di “responsabilità nazionale” che si occupi di alcuni provvedimenti urgenti per il rilancio dell’economia e – mi auguro – dell’occupazione oltre a modificare la legge elettorale, due interrogativi da brividi mi si affacciano con prepotenza.
Dove e con quali accorgimenti si troveranno le risorse necessarie per affrontare la prima questione e come sarà possibile trovarsi d’accordo in tema di legge elettorale?
Su quest’ultima questione voglio sperare che nel cassetto dei partiti che prenderanno in mano la situazione ci sarà un progetto condiviso. Qualcosa sembra muoversi, ma voglio sperare che i nostri leader non comincino a confrontarsi nel merito della legge elettorale quando sarà troppo facile dire “ormai è troppo tardi”. Sarebbe allora legittimo pensare che ancora una volta le sirene della nomina dei parlamentari da parte dei vertici dei partiti hanno incantato ancora una volta parlamentari in servizio e aspiranti tali. Credo che in quel caso il PD dovrebbe essere irremovibile, affidando la scelta agli elettori attraverso le primarie. Io ho firmato con convinzione l‘appello_di_Concita De Gregorio.
Consiglierei sentitamente di farlo a tutti coloro che con sincerità sostengono che la presente legge elettorale è una vera e propria “porcata” e non consente agli elettori di incidere minimamente sulla scelta dei parlamentari.
Sui provvedimenti per rilanciare l’economia in molti si sono espressi e bisogna riconoscere che Pierluigi Bersani non si stanca di ripetere alcuni concetti fondamentali, la riforma fiscale, mi sembra essere il primo e su questo sarebbero d’accordo in molti, anche Gianfranco Fini. Peccato che avanzi la proposta per finanziare la riforma Gelmini. Non riesco a capacitarmi dello scopo, ma se è d’accordo sul fatto di introdurre questo prelievo, va bene, tanto la riforma Gelmini con tutti i tagli che si trascina dietro, si finanzia da sé.
Insomma temo per il dopo, perché le prospettive sono molto diverse e anche distanti. Tutti paiono convinti della fine di un’era, ma non mi pare ci sia un’idea dominante e condivisa su come si strutturerà il dopo. Oppure le idee sono molto fumose. Non vorrei che venendoci a mancare l’avversario politico da attaccare – giustamente – ogni giorno, finissimo per scioglierci come neve al sole.
Mi auguro, ovviamente il contrario!
Ma come andrà a finire lo sapremo solo fra un paio di giorni.