Sì, confermo che chi l’ha ascoltata è rimasto molto favorevolmente colpito. Queste primarie hanno avuto orde di detrattori interessati. A sinistra quelli che non le volevano e non le vogliono per principio, quelli che le vogliono solo se sono sicuri che vince il candidato dell’apparato o del loro entourage, quelli che ripetono fino alla noia che le primarie sono uno strumento, ma non deve essere usato, perché sono solo uno strumento, quelli che non va bene se non si mettono in gioco i soliti noti mentre i soliti noti non ci stanno a mettersi in gioco, quelli che dicono che i candidati devono presentare il programma e non si sono accorti che l’hanno preparato insieme a tanti cittadini e l’hanno già spiegato cento volte, quelli che ora dicono che bisogna riformarle e non dicono mai come, quelli che dicono che è il momento dei giovani e quando i giovani si presentano e ci mettono la faccia non sono mai quelli giusti, quelli che arrivano fino a profetizzare il loro annullamento in caso di scarsa partecipazione, ma non azzardano un quorum…
E a destra? e al centro? Ah, intanto fa piacere che rappresentanti autorevoli del centro e della destra si appassionino così tanto alla scelta del centro sinistra. Sarà che in casa loro non sanno che pesci pigliare. Preferiscono parlare d’altro. Poi… poi però dicono che questi candidati sono sconosciuti. Beh … chi è abituato a guardare il proprio ombelico non si accorge di molto altro. Si tratta di soggetti abituati a parlarsi e a riferirsi solo a se stessi: sono i cosiddetti “migliori”, quelli, cioè, che hanno ridotto Bologna, come ha detto Pierferdinando, in ginocchio. Che sia tra loro, a cominciare da Re Giorgio, come anche qualcuno da sinistra rimpiange, l’Obama al cubo di cui lo stesso Pierferdinando evoca la necessità? O che sia nel giro perpetuo della sua corte? Non mi permetto di fare altri nomi. Ma sempre si tratta dello stesso giro, di coloro che in un ormai stucchevole e interminabile gioco dei quattro cantoni si trovano sempre nella posizione giusta per prevalere. Loro sono sempre civici e la città la tengono sempre in pugno anche senza farsi votare. Come sarà mai?
Ritorno alla favola raccontata da Benny agli universitari, una bella “narrazione” del suo programma elettorale. E chi non l’ha sentito o non l’ha capito, dev’essere molto sordo. La reazione divertita e connivente dei competitor dice alcune cose importanti. Queste primarie hanno presentato tre candidati seri che si sono confrontati in un modo decisamente costruttivo, senza interrompersi o tantomeno offendersi, smentendo una volta per tutte che siano le primarie a frantumare il partito che le fa. I dirigenti che drammaticamente temevano effetti distruttivi farebbero bene a riflettere. Questa vicenda bolognese va raccolta e valorizzata dai partiti del centro sinistra prima di tutto, con l’intento di perfezionarle ancora, per facilitarne la partecipazione, per ripartire di qui, da questo confronto così vero e così sano, così poco politichese, quasi sconcertante. Spero solo che quale che sia la partecipazione, purtroppo scioccamente disincentivata dagli snob di destra e di sinistra, chiunque vinca, non si dimetta nessun segretario. Anche quello sarà un segno di rispetto per la volontà popolare, per l’impegno dei candidati e – in ultima analisi – per la democrazia. E adesso tutti a votare! E votate per chi vi pare! Per chi -potendo- voterei io, l’avete capito.