Dic
27
Le feste natalizie hanno lasciato un po’ nell’ombra l’intervista che il ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca Francesco Profumo ha rilasciato a Repubblica (link).
Tutto va preso con le molle. Questo governo ha il tempo contato e perciò anche le dichiarazioni del ministro non possono avere il valore dell’oro colato, ma …
Punto uno: si ha finalmente la sensazione di sentir parlare un essere umano, realisticamente incarnato nella realtà di cui è, da poco più di un mese, piombato come responsabile al massimo livello, la scuola italiana. Nel positivo di uno sguardo aperto al presente e al futuro, nella capacità e nell’umiltà del guardarsi intorno per captare ciò che si sperimenta vicino e lontano, nel negativo di un contingente poverissimo di risorse.
Punto due: non si nasconde l’importanza di avere a disposizione insegnanti bravi, motivati e giustamente gratificati. Non sfugge al lettore attento che il primo argomento affrontato è la ripresa dei concorsi, senza ledere i diritti di chi da anni popola interminabili graduatorie finite per essere elenchi dell’eterno rinvio. Non saranno molti i posti rispetto alla lunga coda dei pretendenti, ma non si potrà negare ai giovani più preparati, di mettersi in gara. Anche perché, nella scuola c’è bisogno di giovani e di anziani, di donne e di uomini, di persone ricche di esperienza e di altre con la voglia di farsela e la freschezza degli studi recenti.
Punto tre: è ben presente al ministro il problema del prestigio della categoria. Un prestigio che si misura in molti modi, non ultimo il livello dello stipendio. E l’idea di una valutazione che incida sulla retribuzione mi pare molto sensata.
Il punto quattro merita una breve premessa. Qualche giorno prima delle vacanze natalizie sono andato a ritirare da scuola la mia prima nipote che frequenta la prima media e, vedendola trascinare il trolley stipato di libri, quadernoni, astucci e attrezzi vari, mi è venuto in mente il mio iPad … e molte discussioni in famiglia e con qualche amico proprio sulla funzione di tablet e notebook nella scuola di oggi. Nel mondo le esperienze si sprecano, e solo se ci penso un poco, anche a me, maestro in pensione, vengono in mente moltissime situazioni e una progettualità complessiva che porterebbe ad una enorme riduzione del “cartaceo” se non alla sua pressoché totale scomparsa.
Siccome, fortunatamente, io vivo in un giro di “bastiancontrari”, molti amici mi hanno fatto notare i lati negativi dell’operazione… Un primo elenco è presto fatto:
Ma per studiare bisogna sottolineare i brani più importanti …
E il costo? Quanto costa un tablet? E addirittura un notebook? e chi li paga? il ministro?
E tutte le case editrici di libri scolastici che fine fanno? Quanta disoccupazione si prospetta dietro una operazione del genere!
E … con in mano un notebook o un tablet … questi ragazzi possono accedere ad altri siti e fare ben altre cose … altro che studiare”!
Domande legittime, per quanto un po’ ingenue.
Beh… io le risposte e le proposte le ho tutte.
Alla prossima! E intanto, un bel voto al signor Ministro! Se trova due soldi, non ci ripensi: change, we can!
Le feste natalizie hanno lasciato un po’ nell’ombra l’intervista che il ministrodell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo, ha rilasciato a Repubblica (ascolta e guarda o leggi).
Tutto va preso con le molle. Questo governo ha il tempo contato e perciò anche le dichiarazioni del ministro non possono avere il valore dell’oro colato, ma …
Punto uno: si ha finalmente la sensazione di sentir parlare un essere umano, realisticamente incarnato nella realtà nella quale è, da poco più di un mese, piombato, come responsabile al massimo livello: la scuola italiana. Nel positivo di uno sguardo aperto al presente e al futuro,
nella capacità e nell’umiltà del guardarsi intorno per captare ciò che si
Punto due: non si nasconde l’importanza di avere a disposizione insegnanti bravi, motivati e giustamente gratificati. Non sfugge al lettore attento che il primo argomento affrontato è la ripresa dei concorsi, senza ledere i diritti di chi da anni popola interminabili graduatorie finite per essere elenchi dell’eterno rinvio. Non saranno molti i posti rispetto alla lunga coda dei pretendenti, ma non si potrà negare ai giovani più preparati, di mettersi in gara. Anche perché, nella scuola c’è bisogno di giovani e di anziani, di donne e di uomini, di persone ricche di esperienza e di altre con la voglia di farsela e la freschezza degli studi recenti.
Punto tre: è ben presente al ministro il problema del prestigio della categoria. Un prestigio che si misura in molti modi, non ultimo il livello dello stipendio. E l’idea di una valutazione che incida sulla retribuzione mi pare molto sensata.
Il punto quattro merita una breve premessa. Qualche giorno prima delle vacanze natalizie sono andato a ritirare da scuola la mia prima nipote che frequenta la prima media e, vedendola trascinare il trolley stipato di libri, quadernoni, astucci e attrezzi vari, mi è venuto in mente il mio iPad … e molte discussioni in famiglia e con qualche amico proprio sulla funzione di tablet e notebook nella scuola di oggi. Nel mondo le esperienze si sprecano, e solo se ci penso un poco, anche a me, maestro in pensione, vengono in mente moltissime situazioni e una progettualità complessiva che porterebbe ad una enorme riduzione del “cartaceo” se non alla sua pressoché totale scomparsa.
Siccome, fortunatamente, io vivo in un giro di “bastiancontrari”, molti amici mi hanno fatto notare i lati negativi dell’operazione… Un primo elenco è presto fatto:
Ma per studiare bisogna sottolineare i brani più importanti …
E il costo? Quanto costa un tablet? E addirittura un notebook? e chi li paga? il ministro?
E tutte le case editrici di libri scolastici che fine faranno? Quanta disoccupazione si prospetta dietro una operazione del genere!
E … con in mano un notebook o un tablet … questi ragazzi potranno accedere ad altri siti e fare ben altre cose … altro che studiare”!
Domande legittime, per quanto un po’ ingenue.
Beh… io le risposte e le proposte le ho tutte.
Alla prossima! E intanto, un bel voto al signor Ministro! Se trova due soldi, non ci ripensi: change, we can!